martedì 11 novembre 2014

Un medico deputato... Raffaele Chiarolanza!

"Nemo propheta in patria"...! (Nessuno è mai profeta nella sua patria), così recita pressappoco un passo del Vangelo di Luca, riferendosi a una frase detta da Gesù Cristo; questa massima la prendiamo qui in prestito proprio per sintetizzare il trattamento ricevuto dal personaggio che ci apprestiamo a ricordare e lo diciamo senza clamore, solo per sottolineare la superficialità con cui, dopo tanti anni, e ancora ai nostri tempi, vengono trattati eminentissimi personaggi della nostra storia, che tanto lustro hanno dato innanzitutto al nostro quartiere, e, poi, alla città di Napoli, alla Campania, all'Italia e all'Europa. Mi riferisco alle opere e alla personalità del grande medico e dell'erudito scienziato, il professor Raffaele Chiarolanza.  
Il prof. Chiarolanza in una foto ritratto
Chiarolanza nacque a Piscinola, allora Villaggio di Napoli (annesso al quartiere di San Carlo All'arena), il 17 settembre 1881, da Vincenzo, insegnante e da Maria A. Di Febbraro, casalinga. 
Fin da fanciullo si dedicò con assiduità e perspicacia agli studi ordinari presso la scuola elementare di Piscinola. Compì in città gli studi secondari, frequentando il Liceo e conseguendo la "Licenza liceale d'onore".
Si iscrisse subito alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli, presso la quale ebbe insegnanti di valore, del calibro di G. Pascale, N. Pane, G. Paladino, e altri. Si distinse subito nello studio accademico, vincendo finanche una borsa di studio per meriti scolastici. Conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia, col massimo dei voti e con la lode accademica finale, il 31 luglio 1905.
Prestò subito servizio come assistente volontario nell'ospedale di Loreto a Napoli, nel biennio 1905-1906. Ma già nel corso del 1907 il prof. Antonino D'Antona lo volle con sè come assistente ordinario presso la Clinica Chirurgica dell'Università di Napoli. Nel 1908 vinse una borsa di studio di perfezionamento all'estero, che lo consentì di frequentare le più prestigiose università e tanti laboratori di ricerca europei, allora in auge: toccò prima Berlino, frequentando il "Königliches Institut für Infektionskrankheiten", ove conobbe i proff. Von Wassermann e J. Koch, coi quali lavorò fianco a fianco, poi si diresse presso il laboratorio "Charlottenburg - Westendkrankenhaus", diretto dal prof. E. Grawitz. Seguì Londra, conoscendo sir A. E. Wright e altre tappe ancora. Dopo questa significativa esperienza formativa, Chiarolanza ritornò a Napoli e riprese la sua attività medica, presso la Clinica Chirurgica dell'ospedale napoletano.
Biglietto di visita del dott. prof. comm. Raffaele Chiarolanza
A partire dall'anno 1911 e fino al 1915, divenne Aiutante Medico presso la stessa struttura. Nel 1910 si perfezionò nella libera docenza in Patologia Speciale Chirurgica, raccogliendo la cattedra ai corsi d'insegnamento universitario pareggiati; finalmente, nel 1914 ottenne la meritata cattedra in "Clinica Chirurgica". 
Tra gli anni 1913-15 fu chiamato dal direttore dell'Ospedale Loreto, vale a dire dal già famoso prof. Giovanni Pascale, alla supplenza degli insegnamenti di Semeiotica e Clinica Chirurgica.
Fu militare durante la Prima Guerra Mondiale, prestando servizio come ufficiale medico (Maggiore) nella citta di Alessandria, dirigendo sia le sezioni ospedaliere militarizzate e sia lo stesso ospedale militare, denominato "De Amicis". 
Finita la guerra ritornò a Napoli e poco tempo dopo divenne chirurgo ordinario, prima nell'ospedale di Loreto e poi nel vecchio ospedale Pellegrini, situato nell'antico quartiere della Pignasecca.
Chiesa della Real Arciconfraternita dei Pellegrini, ubicata all'interno dell'ospedale
Nel 1933 vinse il concorso di direttore medico presso lo stesso ospedale Pellegrini, ruolo che mantenne, svolgendo con esemplare servizio e con spirito di sacrificio, per ben dieci anni, senza interruzioni.
E' famoso l'avvenimento che lo vide coinvolto, dimostrando tutta la sua valenza di integerrimo chirurgo; infatti quando, nel 4 agosto 1943, l'ospedale Pellegrini da lui diretto fu bombardato dagli aerei americani, egli non si perse d'animo e mentre cadevano ancora le bombe distruttive sulla città di Napoli, continuò i numerosissimi suoi interventi operatori, svolti sotto una tenda da campo, fatta da lui allestire, alla men peggio, al centro del cortile dell'ospedale. Quanti napoletani sono stati allora salvati grazie all'opera di Chiarolanza!!
Raffaele Chiarolanza, oltre a essere un ottimo chirurgo, esperto e abile nell'operare, fu soprattutto un eccellente ricercatore medico. Già a partire dal conseguimento della laurea, grazie alle esperienze degli studi compiuti all'estero, ebbe modo di pubblicare il frutto delle sue ricerche su importanti argomenti medico-scientifici, tra i quali i trattati di batteriologia, di istologia e di ematologia. 
Durante la sua attività universitaria si applicò in numerosi studi e ricerche riguardanti gli argomenti di diagnostica e di tecnica chirurgica. Pubblicò, infatti, i suoi lavori su diverse riviste edite da importanti società scientifiche dell'epoca, sia italiane che europee. Si occupò, tra l'altro, degli interventi di chirurgia plastica e di ricostruzioni facciali, del trattamento della tubercolosi, dei tumori dell'apparato respiratorio e intestinale, delle cisti, delle fistole ossee, delle artriti purulente, ecc. Fece esperienze, pubblicando gli studi, sulla chirurgia del simpatico, sul pneumotorace artificiale, delle cisti del pancreas, delle embolie post-operatorie. Ebbe modo di relazionare anche sui vantaggi e sulle controindicazioni dell'anestesia locale, nonché sul trattamento e le cure delle temutissime fratture alla colonna vertebrale.
Il celebre tenore Enrico Caruso
Fu medico chirurgo e specialista molto noto e apprezzatissimo in città, alla pari di Giuseppe Moscati e di Antonio Cardarelli, infatti, oltre a esserne il medico personale, fu chiamato assieme a questi luminari per un disperato consulto medico al famoso cantante Enrico Caruso, ormai morente in una suite dell'Hotel Vesuvio, tra il 1 e il 2 agosto 1921. Chiarolanza ne stilò anche il referto di morte. Dopo i funerali instaurò un'accesissima discussione medica con i colleghi statunitensi, riguardo alle cure mediche prestate in USA al cantante, da lui reputate non all'altezza della situazione clinica del paziente.
Il prof. Chiarolanza ebbe modo di impegnarsi anche in campo sociale e politico, infatti nel primo dopoguerra frequentò attivamente la vita politica, seppur ancora circoscritta a livello locale e cittadino.
Il 28 luglio 1920 fu tra i fondatori della sezione napoletana della Democrazia Sociale, di cui fu eletto segretario politico. Nelle elezioni comunali del 1920, il Suo partito conquistò la maggioranza al Comune di Napoli. Nell'amministrazione di quel quinquennio, che fu diretta dal sindaco Russo, Raffaele Chiarolanza fu nominato assessore, carica che mantenne almeno fino all'aprile del 1921. Durante il Ventennio fu un dichiarato antifascista ed è annoverato tra i personaggi della cultura napoletana che nel 1925 firmarono il Manifesto Croce. Il manifesto fu un'iniziativa di provocazione antifascista, organizzata dallo storico Benedetto Croce, in risposta ad un analogo manifesto firmato da personaggi filo-fascisti. Non si iscrisse mai al PNF, nonostante fosse un obbligo imposto dal regime per chi svolgeva compiti e mansioni sociali.
Lo storico Benedetto Croce
Terminata la seconda guerra mondiale il Professore rivolse la sua attenzione ai problemi lamentati dalla classe medica, che fino a quel tempo non godeva praticamente di nessuna tutela sociale. Fu inizialmente commissario del disciolto sindacato dei medici di Napoli; tra le prime battaglie sindacali, egli promosse azioni a protezione e a garanzia sociale per quei medici che avevano ricoperto cariche politiche sotto il regime fascista, allora esposti a discriminazioni. Con la ricostruzione dell'Ordine dei Medici di Napoli, avvenuta tra il 1945 e il 1946, fu eletto presidente; carica mantenuta, eccetto per un triennio, fino all'anno 1966. 
Dal 1946 al 1967 partecipò ai lavori del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, nella quale fu eletto segretario dal 1950 al 1952. Nel 1953 fu eletto presidente della stessa Federazione, carica mantenuta, ininterrottamente, fino all'anno 1964. Alla scadenza del mandato fu nominato, poi, presidente onorario a vita. 
Dedicò molto del suo tempo alla riorganizzazione del settore assistenziale e sanitario della classe medica e si adoperò molto affinché venisse riconosciuta un'assicurazione contro le malattie professionali e, soprattutto, l'assistenza assicurativa ai figli dei medici rimasti orfani, con la costituzione di un apposito Ente assistenziale.
Nei decenni seguenti fu eletto più volte consigliere al Comune di Napoli, nelle file del Partito Nazionale Monarchico (PNM), che a Napoli era coordinato da Achille Lauro. Nel giugno 1953 fu eletto deputato al Parlamento per la II Legislatura repubblicana. Nella III Legislatura (1958-63), subentrò come "primo non eletto" a un deputato deceduto nel 1959. Nella IV Legislatura (1963-68) venne confermato deputato per il partito Democratico Italiano di Unità Monarchica, a cui aveva nel frattempo aderito. 
Simbolo stilizzato dell'Ordine dei Medici
Come deputato parlamentare, Chiarolanza diede una grande spinta e il suo contributo per la regolamentazione legislativa nel settore ospedaliero e sanitario, quindi completò la sua azione a favore della previdenza e per l'assistenza della classe medica, che culminò con la fondazione dell'E.N.P.A.M. (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Medica), nel quale egli fu eletto primo presidente e poi ne conservò, dopo il mandato, la carica di consigliere direttivo. 
Presentò anche il disegno di legge, che fu poi convertito in legge, a tutela degli operatori sanitari lesi dalle radiazioni durante lo svolgimento del servizio: la legge porta il suo nome.
Fu membro del Consiglio Superiore di Sanità, dal 1952 al 1964. 
Notevole è stato anche l'impegno giornalistico di Raffaele Chiarolanza; giusto per citarne alcune opere: fondò e diresse per circa venti anni il periodico Risveglio sanitario, nell'anno 1951 fondò l'Associazione A.S.M.I. (Associazione Stampa Medica Italiana), che aderì alla Federazione Italiana della Stampa. Rifondò il periodico Bollettino ufficiale dell'Ordine dei medici di Napoli. Nell'anno 1964 fondò il settimanale Il Medico d'Italia, che fu considerato l'organo ufficiale di stampa della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici. Potenziò la rivista medica, già preesistente, intitolata Federazione Medica.

Aderì, infine, a numerose società scientifiche, fra le quali: la Società italiana di chirurgia e la Società nazionale di scienze e arti, la Société internationale de chirurgie, l'International College of Surgeons, l'Association française de chirurgie et d'orthopédie, e altre ancora.
Morì nella sua abitazione in via Costantinopoli, la sera dell'11 marzo 1969.
Foto del prof. on. Raffaele Chiarolanza
Per il quartiere natale di Piscinola, Chiarolanza mostrò il suo impegno politico-amministrativo, interessandosi a diversi suoi problemi, soprattutto a livello urbanistico, fu promotore tra l'altro per la realizzazione delle case popolari dell'IACP e per la costruzione dell'asse viario, che secondo le intenzioni progettuali iniziali, doveva collegare via Vittorio Veneto con Piazza B. Tafuri. Tale opera rimase incompiuta per sopraggiunti problemi, pare di ordine amministrativo. 
Secondo una fonte testimoniale, da accertare ancora, pare che Chiarolanza sia stato tra i promotori, presso gli allora governanti fascisti, per la costruzione dell'imponente edificio della scuola Torquato Tasso: opera poi completata nel 1929 (ma attendiamo i riscontri storici).
Concludendo e ricollegandoci alla massima citata all'inizio di questo scritto: "Nemo propheta in patria"..., al prof. Chiarolanza Raffaele non è stato dedicato nemmeno un vico, non diciamo di Piscinola..., ma nella intera città di Napoli! 
Questa grave lacuna attende ancora una riparazione storica...!
Salvatore Fioretto
Molte notizie contenute in questo post sono state tratte dalla biografia inserita nell'enciclopedia Treccani,  a cura di Arnaldo Cantani. 


Ringraziamo Vincenzo Tomo per la sua collaborazione.

N.B.: Le foto riportate in questo post sono state liberamente ricavate da alcuni siti web, ove erano pubblicate. Esse sono state inserite in questa pagina di storia della città, unicamente per la libera divulgazione della cultura, senza alcun secondo fine o scopo di lucro.